Elisa che camminava in via del corso, indossando quella camicetta di seta.
Elisa, che correva verso di lui con fare minaccioso, scalza sul parquet.
Un’altra pagina da sfogliare su quell’album grigio conservato in modo ossessivo.
Per Diego la vita si era chiusa lì: un mattino di ottobre in cui la pioggia era incerta e il sole troppo timido per uscir fuori dal grigio e farsi sentire. Quella telefonata che arrivò in tempo per ingoiarsi la voglia di vivere, poco prima della pausa pranzo. Le parole calcate dall’intermittenza della linea telefonica e dallo sconforto di una voce indistinta: mi dispiace – sua moglie – non ce l’ha fatta – mi dispiace – è una tragedia – condoglianze. Condoglianze.
Un incidente stradale; banale. Come la vita che diventa morte. Come tutte le luci che si spengono per poi non riaccendersi più, mai più. E mai più, il mai più che ora sentiva presente nella sua quotidianità come in nessun altro momento era successo, proprio non lo sopportava.
Mai più riamerai, mai più la rivedrai, mai più sentirai il profumo di Elisa, mai più farete l’amore, mai più litigherete, mai più avrete qualcosa. Non l’avrai mai più. La voce nella testa che in continuazione glielo ripeteva. E l’album di foto era rimasto tutto. Tutto.
Scoprì che aveva una gran quantità di sue foto. Scoprì che entrambi amavano immortalare i loro momenti insieme. E ne avevano avuti tanti.
A cinque lunghi anni dalla sua morte, Diego passava le serate a sfogliare quell’album di foto in cui aveva raccolto tutto ciò che era riuscito a trovare. Foto di Elisa da sola, foto di Elisa assieme a lui (la maggior parte), foto di Elisa con i compagni dell’università, foto di Elisa con il loro gruppo di amici. Diego tornava a casa, e sfogliava. Immaginava di essere lì con lei, in quel mondo interno alle fotografie. Un mondo in cui sua moglie era ancora viva e potevano stare assieme. Immaginava di essere nelle foto che sfogliava. Vedeva Elisa correre, e sulla superficie della foto appariva anche la sua figura, al fianco di sua moglie, correvano assieme. Immaginava di essere lì, nelle foto in cui si vedeva un caminetto acceso, steso sul tappeto e adagiato sotto una coperta di lana con lei, immaginava che si tenessero stretti, che si accarezzassero, che facessero l’amore. Per anni immaginò tutto il mondo al di fuori del reale, tutto un mondo con lei. L’ultima sera, Diego tornò a casa e si levò il giaccone, buttandolo sulla sedia della cucina. Prese l’album e si stese sul divano. Lo aprì, e non vedeva l’ora di salutare Elisa. Qualcosa cambiò. Sfogliava le pagine di quell’album, ma le foto erano diverse.
Cercava Elisa, ma Elisa non c’era più. C’era solo l’immagine di lei.
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