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The Walking Dead #Premiere


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I nostri eroi dall’accento del sud e il grilletto facile sono tornati, ancora una volta alle prese con i non-morti, gli zzzzombi che puzzano davvero molto e hanno le movenze di Michael Jackson (buon’ anima).
Il primo episodio, checché se ne dica, non è affatto male. Il ritmo si mantiene sugli stessi livelli della scorsa stagione, momenti di incredibile tensione si alternano a momenti di ineguagliabile tristezza. Si medita ancora sulle recenti vicessitudini che hanno portato i nostri eroi al punto in cui si trovano: su un’autostrada piena di fottuti zombie. Il nostro protagonista Rick è in perenne contrasto con la sensazione di essere il protagonista indiscusso nonché leader spirituale dell’intera serie, e il dubbio mal celato di essere un rincoglionito. E infatti si perde la figlia di Carol, Sophia, dopo averla salvata magistralmente da una coppia di zombie pedofili: tutto perfetto, solo che poi si dimentica sotto quale fratta l’ha lasciata.
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Rick indica uno zombie con la pistola
Nel frattempo, sull’autrostada, Dale - l’archetipo del vecchio saggio mentore - finge di capirci qualcosa di motori e soprattutto di moniti zen. La tecnica dello sbriciolare biscotti della fortuna di nascosto e poi snocciolarne la saggezza di fronte agli altri personaggi del telefilm però ha smesso di funzionare da un po’ (tipo alla prima puntata della prima serie), e quindi il buon vecchio Dale si ritrova a dover gestire situazioni più grandi di lui: tipo Andrea (che è una ragazza con un nome da macho, un po’ ricorso storico della cara Andrea Zuckerman di BH90210) che vuole riavere indietro la sua pistola per suicidarsi, e T-Dog, che vuole diventare un personaggio utile ma non ci riesce e nel tentativo finisce per tagliarsi un braccio con un tosta pane.
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Le perle zen di Dale sono precedute da un forte temporale
E chi manca? Ah, sì. I due adulteri Shane e Lori continuano la loro infinita discussione su chi è lo stronzo e chi no, su chi ha messo le corna a Rick, se la meravigliosa moglie con i sensi di colpa, o il simpatico amico e collega che lo ha dato per morto forse leggermente prima del tempo.
Le discussioni proseguono finché Shane, personaggio controverso dal carattere focoso e le mani che prudono, non confessa a Lori che vuole andarsene il prima possibile dal gruppo e mettersi sulla propria strada, perché è l’unica soluzione. Consapevole del fatto che Shane non volesse altro che sentirsi un po’ apprezzato, Lori gli risponde “vattene a cagà” canzonandolo con un gesto colorito. A quel punto Shane si unisce all’amico cornuto nonché protagonista amletico Rick, e al figlioletto Carl (per gli amici Carletto il principe dei mostri), alla ricerca della maledetta bambina Sophia che se non si trattasse di una serie TV sarebbe morta, ma è molto probabilmente stata catturata o presa in custodia da qualche personaggio che uscirà fuori nella prossima puntata.
Il finale è lì che ci aspetta dietro l’angolo con un cliffhanger fantastico di quelli che uno dice “Ah, allora è meglio di Lost!”.
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Shane e il suo sguardo da psicotico maniaco

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